Fuga da Mosca. Ecco le grandi aziende che abbandonano la Russia

Quello che sta andando in scena è un vero e proprio esodo di massa del grande business internazionale da Mosca, dall’energia ai trasporti, dall’auto ai servizi. Nomi come Apple, Bp, Shell, Maersk, Volvo, Siemens, Volkswagen interrompono il business

Ecco le grandi aziende che abbandonano il paese più esteso al mondo

Fuga da Mosca. L’invasione dell’Ucraina è un atto di guerra intollerabile ed è talmente destabilizzante che restare sul mercato russo nel lungo periodo sarebbe anche dannoso per gli azionisti. È con queste motivazioni che un numero crescente di imprese multinazionali nel giro di pochi giorni ha annunciato clamorosi passi indietro dalla Russia.

Chiusura di joint venture pluri-decennali, abbandono di nuovi progetti, rimpatrio dei dipendenti. Quello che sta andando in scena è un vero e proprio esodo di massa del grande business internazionale da Mosca, in diversi settori: dall’energia ai trasporti, dall’auto ai servizi legali fino ai beni di consumo.

Quando l’Unione Sovietica è crollata, le aziende straniere hanno visto enormi opportunità - un nuovo massiccio mercato di milioni di consumatori, oltre a minerali e petrolio - e si sono riversate per comprare, vendere e collaborare con le aziende russe. Con l’invasione russa della vicina Ucraina, questa tendenza ha subito un brusco arresto.

Ecco la lista delle aziende che stanno lasciando (completamente o parzialmente) la Russia.

Bp (British Petroleum);

Shell

Equinor (la più grande società energetica norvegese controllata dallo Stato);

Eni cederà quota nel gasdotto Blue Stream (che collega la Russia alla Turchia);

Apple e Nike sospendono tutte le vendite;

Exxon Mobil TotalEnergies ferma i nuovi investimenti ma non lascia la Federazione;

Il fondo sovrano della Norvegia, il più grande del mondo, congela gli investimenti in società e titoli russi per un valore di circa 2,8 miliardi di dollari;

Baker McKenzie, uno dei maggiori studi legali internazionali, rompe con i clienti russi;

DaimlerTruck e Volvo: stop alle vendite;

Harley-Davidson sospende il suo business;

General Motors ferma le spedizioni;

Renault (la Russia è un mercato chiave da cui ottiene l’8% dei ricavi) soffre in Borsa;

Maersk, MSC e Dhl fermano le spedizioni;

Siemens interrompe le attività in Russia;

Spotify chiude l’ufficio di Mosca;

Boeing;

Google;

Microsoft Visa e Mastercard;

Kpmg;

Adidas;

Netflix Disney, Warner Bros., e Sony Pictures;

Bmw;

Volkswagen.

Ma la lista delle aziende più o meno in fuga dalla Russia si allunga di ora in ora.

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