Quasi 1 lavoratore su 5 in Italia ha un contratto part-time. E l’incidenza di quello involontario, denuncia la Cgil, è pari al 57,9 per cento, la quota più alta di tutta l’Eurozona.
Per la stragrande maggioranza dei part time involontari, inoltre, sono state rilevate condizioni di estrema flessibilità nell’uso degli orari.
In Italia i lavoratori a tempo parziale arrivano così a 4,3 milioni, ma con un’incidenza decisamente differente sul totale degli occupati per gli uomini (7 per cento) piuttosto che per le donne (31,1).
Con l’aggravante che anche le donne che scelgono volontariamente il part time lo fanno perché è spesso l’unico strumento di conciliazione che hanno a disposizione, in un Paese che offre pochi servizi per l’infanzia e un numero estremamente limitato di scuole a tempo pieno.