"Tria e Di Maio hanno rivolto un attacco senza precedenti a due importanti istituzioni. Siamo al negazionismo economico ma i dati non si fanno intimidire.
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Quello tra il M5s e Tito Boeri, designato presidente dell’Inps da Matteo Renzi ne 2014 con il compito di ridare lustro all'ente dopo il commissariamento legato allo scandalo Mastropasqua, era stato fino a poco tempo fa un rapporto quasi perfetto. Ma sbaglierebbe chi pensasse a un totale allineamento tra le posizioni di Boeri e quelle del Movimento: sul reddito di cittadinanza, ad esempio, è stato proprio l'Inps a correggere al rialzo la stima sulle coperture necessarie. L'Istat le aveva calcolate nei famosi 17 miliardi rilanciati dai Cinque Stelle, mentre l’Inps ha prima parlato di 30 miliardi, poi rettificati a 35-38.
“Non so se andremo d'accordo su tutto – aveva detto il vicepremier M5s il 4 luglio scorso alla presentazione del nuovo Rapporto Inps – ma su un tema, quello dei vitalizi e delle pensioni d'oro, lavoreremo molto bene”. Toni differenti da quelli dell'altro vicepremier, Matteo Salvini, che sin da subito aveva auspicato la rimozione dell’economista.
Nei prossimi giorni si capirà qualcosa in più. Soprattutto se l'esecutivo vorrà davvero introdurre nella legge di bilancio le prime mosse per superare la legge Fornero con quota 41 e quota 100. Ipotesi già bocciate da Boeri, secondo cui potrebbero costare fino a 20 miliardi l'anno producendo nuove distorsioni.