Approvato il 17 dicembre in Cdm, ecco in cosa consiste quota 100, il cui requisito minimo di acceso è 62 anni di età e 38 anni di contributi.
Tempi
Nel settore privato, chi ha maturato i diritti a quota 100 entro il 31 dicembre 2018 potrà andare in pensione dal primo aprile 2019; chi li matura dal primo gennaio 2019 avrà diritto alla pensione tre mesi dopo.
Dipendenti pubblici
I lavoratori della pubblica amministrazione che hanno maturato i requisiti entro il 2018 avranno accesso alla pensione dal primo agosto, per gli altri la decorrenza partirà sei mesi dopo la maturazione dei requisiti con l'obbligo di preavviso di sei mesi. Se un lavoratore ad esempio raggiungesse i requisiti dal primo maggio, potrebbe andare in pensione dal primo novembre. I lavoratori della scuola possono andare via a inizio anno scolastico, a settembre.
Cumulo redditi e contributi
Coloro che decidono di andare in pensione con quota 100 non possono, fino al raggiungimento dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia, cumulare altri redditi, quindi lavorare fatti salvi redditi da lavoro occasionale fino a 5 mila euro massimo. Inoltre, il decreto prevede la possibilità di cumulare i contributi riferiti a diverse gestioni, purché sempre in capo all'Inps.
Quanto si riduce la pensione con quota 100
Chi lascia il lavoro con quota 100 incassa tutto quanto maturato fino a quel momento. Ma andare in pensione prima significa anche versare meno contributi, quindi si incassa di meno. Quanto? L'Upb ha condotto delle simulazioni prima di conoscere il testo definitivo del provvedimento, ipotizzando tagli dal 5% al 34%.
Lavoratori precoci
Abrogati gli incrementi di età pensionabile per l'effetto dell'aumento della speranza di vita per i lavoratori precoci.