Il salario minimo è previsto in 22 Stati europei su 28. Danimarca, Italia, Cipro, Austria, Finlandia e Svezia non lo prevedono.
Secondo i dati Eurofound, gli importi mensili lordi al primo gennaio 2019 variano dai 286 euro della Bulgaria (1,62 euro l'ora) ai 2.071 del Lussemburgo (11,97 l’ora). In Francia e Germania si posiziona appena sopra i 1.500 euro, mentre in Spagna scende a poco più di 1.000 euro.
In Italia l'istituto non è presente, ma i contratti collettivi nazionali alla fine del 2018 riguardano 9,8 milioni di dipendenti e coprono il 75,8% del totale. Ad oggi, stima l’Ocse, circa 900 accordi collettivi settoriali (dei quali 2/3 sono scaduti) firmati a livello nazionale coprono la maggior parte dei dipendenti del settore privato in Italia.
L'Ansa ha calcolato che nel nostro paese sono quasi tre milioni i lavoratori che sono inquadrati nei livelli più bassi dei contratti nazionali e che, avendo paghe orarie lorde inferiori a 9 euro, potrebbero beneficiare di aumenti legati al provvedimento sul salario minimo. In termini relativi, circa il 21% dei lavoratori dipendenti potrebbe ricevere un aumento.