La crisi economica derivante dal coronavirus rischia di compromettere in maniera strutturale la produttività italiana. Lo sottolinea il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco.
Tra il 1996 e il 2019 l’Italia ha fatto registrare un aumento dello 0,3%, contro lo 0,7 della Germania e lo 0,8 di Francia e Spagna. Eppure, per crescere, sappiamo cosa occorre: investimenti, formazione, ricerca, digitalizzazione.
“Il tasso di crescita della produttività potrebbe risentire permanentemente della pandemia – ha detto Visco -. Su di esso potrebbero ad esempio influire: la ridefinizione delle catene del valore; l'uscita dai mercati di imprese profittevoli ma illiquide; la scarsità di investimenti dovuta all'incremento dell'incertezza; la riduzione della partecipazione al lavoro dovuta a fenomeni di isteresi”.
Allo stesso tempo – avverte Visco – occorre “assicurare nel prossimo decennio una rapida riduzione del debito, innalzato dagli effetti della pandemia e dalle indispensabili risposte di finanza pubblica, richiederà la massima attenzione alla qualità delle misure di sostegno dell’economia e un graduale aggiustamento dei saldi di bilancio quando le condizioni macroeconomiche saranno più favorevoli”.