Brancaccio: “Affrontare la crisi con la deflazione salariale è devastante”

L’economista: “Il lavoro si disperde mentre il capitale si centralizza”

Brancaccio: “Affrontare la crisi con la deflazione salariale è devastante”
Emiliano Brancaccio

“Il covid-19 dovrebbe indurre una riflessione critica sugli effetti negativi della lunga stagione di privatizzazioni ed esternalizzazioni che in Italia e in gran parte del mondo ha determinato un grave svuotamento di risorse e di capacità d’azione degli apparati statali. Il settore sanitario è un esempio emblematico. Le difficoltà nel tracciamento dei contagi, i problemi di approvvigionamento di materiale medico, la carenza di terapie intensive attrezzate, fino all’assenza di un coordinamento nella ricerca scientifica contro il virus, testimoniano un evidente vuoto di pianificazione pubblica. Rimediare a questa terribile lacuna è indispensabile per elaborare una risposta adeguata alla catastrofe in corso.” A sostenerlo è l’economista Emiliano Brancaccio (in un’intervista rilasciata a Il Mattino).

“I dati indicano che il capitale tende a concentrarsi in sempre meno mani, con manipoli sempre più ristretti di proprietari che controllano quote sempre più grandi di pacchetti azionari - avverte Brancaccio -. Al contrario, la localizzazione fisica del lavoro tende a diradarsi con lo smart working. Il telelavoro è una grande rivoluzione tecnologica, che può aiutare a fronteggiare la pandemia e più in generale può ridurre i costi di trasporto e migliorare le condizioni di vita di tante persone. Ma il luogo di lavoro resta uno spazio fisico fondamentale, in cui si sviluppa l’esperienza, la socialità e anche la forza contrattuale dei lavoratori.”

Poi l’economista attacca Confindustria. “La via indicata Bonomi è miope, perché guarda al salario solo come un costo e non come pure una fonte di spesa – spiega -. Già molte crisi del passato sono state affrontate a colpi di deflazione, cioè di gare salariali al ribasso tra i territori e tra i paesi. Gli effetti di questa strategia deflazionista sono stati devastanti, perché hanno depresso ulteriormente l’economia. Occorre impedire che il ‘south working’, e tutte le altre novità di questa fase, diventino dei pretesti per dare inizio ai ribassi salariali.”

E per essere ancora più esplicito Brancaccio dice: “Affrontare una catastrofe di questa portata con un po’ di sussidi e di politica keynesiana, magari illudendosi che le forze del mercato risolvano tutto il resto, significherà lasciare che la forbice sociale e territoriale si apra ulteriormente, a una velocità senza precedenti”.

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