Chi entra nel mercato del lavoro ora in Italia non andrà in pensione prima di 71 anni. Sono i dati che emergono dal rapporto ‘Uno sguardo sulle pensioni’ realizzato dall’Ocse, che colloca il nostro paese ai vertici per età pensionabile futura.
Il nostro paese, che non è tuttavia l’ultimo nella classifica degli Stati aderenti all’Organizzazione con sede a Parigi, è preceduto soltanto dalla Danimarca (74 anni). Estonia e Paesi Bassi (entrambi 71 anni, come il nostro Paese), a fronte di una media Ocse di 66 anni per la generazione che accede adesso al mercato del lavoro.
Tornando all’Italia – rileva il rapporto - la concessione di benefici relativamente alti a pensionati giovani fa sì che la spesa pensionistica pubblica si collochi al secondo posto tra le più alte dei Paesi dell’Ocse, pari al 15,4% del Pil nel 2019.
E l’invecchiamento della popolazione procede spedito, sebbene negli ultimi 20 anni, la crescita dell’occupazione nel nostro Paese abbia compensato più della metà della pressione dell’invecchiamento demografico sulla spesa pensionistica.
Ciononostante, quest’ultima è aumentata del 2,2% del Pil tra il 2000 e il 2017. Evidenza che ci ricordano quanto sia cruciale per l’Italia puntare anche sull’incremento dell’occupazione.