Piccole e medie imprese chiuse, difficoltà nell’agricoltura, stipendi privati tagliati del 25-50%. Nel settore pubblico non va meglio. Ad esempio, un insegnante con venti anni di servizio alle spalle guadagnava circa 300 dollari.
La guerra al quarto mese si trasforma in carestia e colpisce anche gli ex benestanti in Ucraina. La crisi è così profonda che a giugno non saranno pagate le pensioni in 5 regioni ucraine.
La situazione economica e sociale nel paese, che ha appena ottenuto dall’Ue lo status di paese candidato all’ingresso nell’Ue, si aggrava dunque di giorno in giorno.
L’allarme è scattato dopo le parole del ministro delle Politiche sociali, Marina Lazebna: “A giugno centinaia di migliaia di cittadini ucraini non riceveranno la pensione e i benefici sociali”.
Il riferimento è a coloro che vivono nei territori occupati e nelle zone di guerra, a Sud e a Est. Nelle cinque regioni che corrispondono alla descrizione risiedevano più di undici milioni di persone. Gran parte sono fuggite, ma almeno la metà di loro dalla fine del mesi rischia di non avere i soldi per comprare il pane.
L’inflazione in Ucraina è salita al 16,7%. Il prezzo della benzina aumenta senza sosta. La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo ha già rivisto le stime del crollo: la previsione del Pil era -20% a inizio aprile, con un rimbalzo del 23% se si fosse raggiunta una tregua a maggio. Ora, con la fine della guerra che non si può neppure immaginare, la stima è -45,1% e il rimbalzo non ci sarà. Con la Nato che si dice convinta che nel 2023 il conflitto sarà ancora aperto.
Non che la situazione ante-guerra fosse florida per l’Ucraina, ma ora si sta superando ogni limite. Prima dell’invasione russa il Pil pro capite in Ucraina (che aveva una popolazione di 44,4 milioni) era pari a 2.656 dollari, classificando il paese come il più povero in Europa.
Basti pensare che la retribuzione media raggiungeva i 325 dollari mensili (una cifra superata persino dalla Moldavia con 376 dollari). Numeri che fotografano la difficile situazione ucraina: se prima andava male, ora va malissimo per Kiev.