Treni, metropolitane, autobus, scuole, ospedali, raccolta dei rifiuti: milioni di dipendenti del settore pubblico e privato scioperano in Francia contro la riforma delle pensioni voluta da Emmanuel Macron. Sono circa 250 i cortei e le manifestazioni organizzati in tutto il Paese.
Intanto sono scoppiati scontri nella capitale, dove a margine del corteo parigino un gruppo di almeno 500 black bloc si è appostato tra boulevard Magenta e Place de la République, nel cuore di Parigi, inscenando scontri con la polizia. Alcuni veicoli sono stati incendiati e decine di vetrine di negozi infranti.
Il presidente francese vuole riformare le pensioni speciali, progetto finora fallito da tutti i suoi predecessori. I sindacati minacciano uno sciopero ad oltranza, fino a Natale, a costo di bloccare il Paese, mentre il governo teme la radicalizzazione della protesta, che potrebbe saldarsi con quella dei gilet gialli.
Ma è proprio su questa riforma (previdenziale) che Macron si gioca la riuscita del mandato. Per questo non rinuncerà al suo progetto, al massimo potrà accettare di far slittare lo scadenzario dell’entrata in vigore. Si tratta di eliminare i 42 regimi speciali (primi fra tutti i lavoratori dei trasporti) - che garantiscono percorsi agevolati per la pensione - e di fonderli in un unico “sistema universale a punti”.
Sale, nel frattempo, il rischio di rivedere un nuovo 1995, quando a voler mettere mano alle pensioni fu Alain Juppé, primo ministro del neoeletto presidente Jacques Chirac. Il risultato furono 3 settimane di paralisi del Paese e il dietro-front da parte del governo, con successive dimissioni del premier e scioglimento del Parlamento.