Sono stati annunciati i membri del nuovo governo francese, guidato da Michel Barnier: Jean-Noel Barrot è il nuovo ministro dell’Europa e degli Esteri. Bruno Retailleau diventa capo dell’Interno, mentre Antoine Armand va all’Economia.
Tra gli altri ministri annunciati, Geneviève Darrieussecq va al dicastero della Salute, Sébastien Lecornu a quello dell’Esercito, Didier Migaud diventa invece il ministro della Giustizia, mentre Maud Bregeon è il nuovo Portavoce del governo. Rachida Dati, infine, va al dicastero della Cultura.
Il leader di France Insoumise, Jean Luc Mélenchon, subito dopo l’annuncio della composizione del nuovo esecutivo ha fatto appello a “sbarazzarsi il più presto possibile” del governo Barnier. Per Marine Le Pen, il nuovo governo è “ben lontano dal desiderio di cambiamento e di alternanza espresso nel giugno scorso”. In realtà Le Pen, considerando l’esito delle recenti elezioni, può ritenersi abbastanza soddisfatta.
L’esecutivo, maggiormente orientato a destra rispetto al precedente governo Attal, è composto da 39 ministri. Di questi, 7 provengono dal campo macroniano, 3 dai Républicains, 2 indipendenti di destra, 2 centristi del MoDem, 1 indipendente di sinistra, 1 Horizons (il piccolo partito centrista dell’ex premier Edouard Philippe), e 1 del gruppo parlamentare Liot.
Tra le nomine spicca quella del ‘falco’ dei Républicains, paladino della lotta all’immigrazione, Bruno Retailleau, al ministero dell’Interno.
Un governo che appare in contraddizione con le elezioni politiche anticipate del 30 giugno e del 7 luglio: nelle urne, infatti, il cartello di sinistra Nouveau Front Populaire si era piazzato primo (seppur senza ottenere la maggioranza assoluta) davanti ai macroniani e al Rassemblement National di Marine Le Pen. Mentre i Républicains, il partito neogollista da cui proviene lo stesso premier ex caponegoziatore Ue per la Brexit, erano arrivati soltanto quarti.