Con il 33% dei voti, il Rassemblement National (RN) è primo nelle elezioni in Francia; in seconda posizione la coalizione di sinistra Nouveau Front Populaire (NFP), che ottiene il 28%: in terza troviamo lo schieramento di Emmanuel Macron, che si ferma al 21%, in questo voto caratterizzato da un forte aumento dell’affluenza (65%). I Repubblicani (destra), che non hanno stretto un’alleanza con il RN, si sono attestati al 6,7%.
Se l’indubbio vantaggio numerico ottenuto dal RN al primo turno si tradurrà in una maggioranza di seggi all’Assemblea nazionale dopo il secondo è tutto da vedere.
Al momento solo 37 seggi sono già stati conquistati dall’estrema destra, circa il 6,5% dell’emiciclo transalpino: tutti gli altri dovranno essere ottenuti nei ballottaggi. La strada che dovrebbe far diventare premier Bardella si fa più ripida (sarebbe il primo capo del governo di estrema destra in Francia dalla Seconda Guerra Mondiale). Sia i partiti del Nouveau Front Populaire che gli esponenti del partito di Macron hanno infatti dichiarato che ritireranno i propri candidati ammessi al ballottaggio in terza posizione, per far convergere i voti su un unico oppositore dei candidati di estrema destra.
“Di fronte al Rassemblement National, è giunto il momento di una manifestazione ampia, chiaramente democratica e repubblicana per il secondo turno”, ha detto Emmanuel Macron dopo aver riunito i leader dei partiti di centro-destra con cui ha governato dal 2017. Il capo dell’Eliseo si gioca ora l’ultima carta per restare in sella, sperando di riuscire a creare un’ampia coalizione con il centro-sinistra.
Per la prima volta cade infatti la pregiudiziale macronista verso la France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon che ha nel frattempo accettato, come tutti gli altri partiti della coalizione di sinistra, di desistere (laddove necessario) a favore dei candidati centristi.