Sono invisibili, ma se ne trovano tracce ovunque: nel cibo, nelle piante, nel terreno, nelle falde acquifere, nell’aria e nel nostro corpo. Si tratta di residui di pesticidi. L’Europa è uno dei maggiori consumatori al mondo e il principale esportatore.
I rischi che i pesticidi comportano per l’ambiente e per la salute umana e animale sono al centro di un acceso dibattito, soprattutto per quanto riguarda il loro uso intensivo nel settore agricolo.
L’Unione Europea aveva in programma di dimezzarne l’utilizzo entro pochi anni. Tuttavia, di recente ha abbandonato questo obiettivo a causa delle pressioni esercitate dagli agricoltori e dalle lobby agrochimiche.
Il dipartimento della Charente-Maritime – siamo nell’ovest della Francia - ospita una vasta pianura cerealicola che consuma molti pesticidi. I residenti di diversi comuni della regione hanno lanciato l’allarme: negli ultimi anni si sono moltiplicati i casi di cancro infantile, alcuni dei quali hanno avuto esito mortale.
Come si evidenzia in un post di Euronews, la maggior parte dei pesticidi utilizzati non è destinata alla produzione di alimenti che consumiamo direttamente. Se smettessimo di sovvenzionare le colture che vengono esportate al di fuori dell’Unione Europea e concentrassimo i fondi della PAC (Politica Agricola Comune) su ciò che mangiamo veramente, potremmo produrre tutto in modo biologico con gli stessi costi di adesso.
Il problema è che la nostra agricoltura è completamente aperta ai mercati internazionali. E tutti questi soldi della PAC, che rappresentano un terzo del bilancio dell’Unione Europea, vanno a finire nelle tasche dell’industria dei pesticidi e dei fertilizzanti e vengono utilizzati anche per sovvenzionare le esportazioni.