In India la percentuale di giovani impegnati in corsi di istruzione superiore è salita al 25,2 per cento, rispetto al 20 per cento nel 2010/2011. Il Paese ha, inoltre, fissato l’obiettivo di raggiungere un tasso di iscrizione lordo (GER, cioè il rapporto di iscrizione all’istruzione superiore rispetto alla popolazione nella fascia d’età compresa tra 18 e 23 anni) del 30 per cento entro il 2020. L’ultima indagine AISHE (All India Survey on Higher Education), pubblicata dal governo il 5 gennaio 2018, rileva che c’è stato un aumento marginale dello 0,7 per cento nell’ultimo anno rispetto a un GER del 24,5 per cento nel 2015/2016.
L'iscrizione totale nel 2016/2017 è di 35,7 milioni, con un aumento di 3,4 milioni di studenti rispetto ai 32,3 milioni nel 2014/2015, e rende il sistema di istruzione superiore dell'India uno tra i più grandi al mondo. L’indagine rileva che l’aumento del GER nel Subcontinente Indiano è in parte attribuibile a un maggior numero di donne impegnate nell’istruzione superiore, poiché l'indice di parità di genere è migliorato da 0,86 a 0,94 in un anno che corrisponde a 94 studentesse per ogni cento studenti maschi.
Negli ultimi anni le istituzioni private hanno svolto un ruolo chiave nella crescita del settore dell'istruzione superiore, in particolare in settori specializzati come l'ingegneria. Tuttavia, la crescita della partecipazione all'istruzione superiore è lenta rispetto ad altri paesi, compresa la Cina (che ha raggiunto un GER attuale del 42 per cento rispetto al 25 per cento del 2011), considerando le dimensioni della platea in età universitaria in India, dove la popolazione è prevalentemente giovane.
Ma l’aumento della partecipazione all’istruzione superiore solleva altre sfide, come quella di un’occupazione in linea con il percorso di studi intrapreso, come sottolinea Tariq Zafar, educatore ed ex vice-cancelliere della Bhoj Open University di Bhopal: "La mancanza di un'occupazione adeguata dopo la laurea e la mancanza di flessibilità nel settore dell'istruzione sono questioni importanti", per colmare la discrepanza tra l'istruzione superiore e le richieste dei datori di lavoro.