Le aziende dovranno chiarire quanto sono disposte a pagare per la posizione offerta e garantire salari uguali a prescindere dal genere. È quanto stabilisce la nuova direttiva sulla parità salariale e la trasparenza, approvata nei giorni scorsi a larga maggioranza dal Parlamento europeo, che dovrà essere formalmente adottata dai paesi membri e recepita nel diritto nazionale entro tre anni.
La direttiva obbligherà le aziende con più di 100 dipendenti a correggere le disparità salariali, ogni volta che queste superino il 5% senza giustificazioni. Inoltre, sarà garantito ai lavoratori e alle lavoratrici di accedere ai dati aggregati per genere sulle retribuzioni e a conoscere i criteri usati per definire stipendi e aumenti, che dovranno essere neutrali rispetto al genere.
Inoltre, le norme vieteranno il segreto retributivo, imponendo alle aziende di pubblicare la retribuzione prevista per le posizioni disponibili, direttamente negli annunci di lavoro, o di chiarirla durante il primo colloquio. Allo stesso tempo, sarà vietato ai datori di lavoro di chiedere informazioni sulle retribuzioni avute dai candidati e dalle candidate in lavori precedenti, evitando così che la loro storia salariale influenzi la retribuzione offerta.