La quota di lavoratori assorbiti dal settore pubblico è stata pari nel 2016 al 16% dell'occupazione totale nei paesi dell'Ue. E tale percentuale è oscillata tra il 15 e il 17% a partire dal 2000. Sono qui inclusi tutti i dipendenti pubblici (a livello nazionale, regionale e locale) e le forze armate. Tuttavia, solo in alcuni paesi gli addetti in settori come istruzione e sanità sono conteggiati all’interno del perimetro della pubblica amministrazione.
Detto ciò, Svezia (29%), Danimarca (28%), Finlandia (25%), Estonia (23%), Lituania, Francia e Ungheria (22%) guidano la classifica. In coda, Germania (10%), Lussemburgo (12%), Paesi Bassi (13%), Italia (14%), Portogallo, Irlanda e Spagna (tutti e tre 15%). Tra gli Stati membri sono state osservate le riduzioni maggiori, tra il 2000 e il 2016, in Slovacchia, Regno Unito e Italia e, all’opposto, gli incrementi più consistenti in Romania, Ungheria e Slovenia.
Nel 2014 il reddito lordo mensile medio nella pubblica amministrazione e nella difesa (escludendo sanità e istruzione) è stato di 2.600 euro nell'Ue, nettamente inferiore, ad esempio, ai settori "attività finanziarie e assicurative" (3.800), "informazione e comunicazione" e "attività professionali e tecniche" (entrambi 3.500), "attività di alloggio e servizi di ristorazione" (1.700). Nello stesso anno i dipendenti pubblici meglio retribuiti sono stati rilevati in Danimarca, Irlanda, Svezia e Paesi Bassi. Ma se si prende in considerazione il costo della vita qualcosa cambia: Irlanda prima, seguita da Germania, Paesi Bassi e Danimarca.