Quattro su cinque delle regioni con il tasso di occupazione più basso in Europa sono nel Mezzogiorno, dove meno della metà delle persone tra i 20 e i 64 anni ha un lavoro a fronte del 73,1% medio osservato nell'Ue. I dati Eurostat riferiti al 2018 sono senza appello: la regione peggiore in graduatoria è la Mayotte (regione d’oltremare francese che si trova tra l'Africa e il Madagascar) con il 40,8% degli occupati seguita da Sicilia (44,1%), Campania (45,3%), Calabria (45,6%) e Puglia (49,4%).
L’Italia, rispetto a un tasso di occupazione complessivo medio pari al 63%, mostra un divario più ampio tra le singole regioni: la provincia di Bolzano, ad esempio, è al 79%. Valore alto, ma non altissimo. Nella regione di Stoccolma la quota sale all'85,7% (l'intera Svezia è all’82,6%).
Il dato italiano è basso soprattutto per la scarsa partecipazione al lavoro delle donne. Nel nostro paese lavora il 53,1% delle donne contro il 67,4% medio rilevato nell'Ue (il 75,8% in Germania). Anche il gap intraregionale è enorme: l'Emilia Romagna raggiunge il 66,9% delle donne occupate (superiore alla media Ue) e la Sicilia si ferma al 31,5%.