Dal primo gennaio 2021, 21 dei 27 Stati membri Ue hanno un salario minimo nazionale. Non ce l’hanno Danimarca, Italia, Cipro, Austria, Finlandia e Svezia. Dieci Stati hanno salari minimi inferiori a 700 euro al mese: Bulgaria (332), Ungheria (442), Romania (458), Lettonia (500), Croazia (563), Cechia (579), Estonia (584), Polonia (614), Slovacchia (623) e Lituania (642). In altri cinque Stati membri i salari minimi sono compresi tra 700 euro e poco più di 1100 euro: Grecia (758 euro), Portogallo (776 ), Malta (785), Slovenia (1024) e Spagna (1108). Negli altri sei Stati membri i salari minimi sono superiori a 1500 euro al mese: Francia (1555), Germania (1614), Belgio (1626), Paesi Bassi (1685), Irlanda (1724) e Lussemburgo (2202). Lo indica un rapporto Eurostat. Al di fuori dell’Ue, prendendo a riferimento la prima economia al mondo, il salario minimo federale negli Stati Uniti è pari a 1024 euro.
Sulla base degli ultimi dati disponibili dall’indagine quadriennale sulla struttura dei guadagni, nel 2018 i salari minimi rappresentavano oltre il 60% della retribuzione mensile lorda mediana solo in quattro Stati membri (la retribuzione mediana è pari alla stima dei salari del 50o percentile; il 50% dei lavoratori guadagna meno della mediana e il 50% guadagna più della mediana): Francia (66%), Portogallo (64%), Slovenia ( 62%) e Romania (61%). Al contrario, i salari minimi erano meno della metà del salario mediano in sei Stati membri: Croazia, Cechia e Lettonia (49% tutti), Spagna (44%), Malta (43%) ed Estonia (42%).