Nel nostro Paese una legge sul salario minimo non esiste. Nonostante fosse prevista come correttivo nel Jobs act di Matteo Renzi o nel decreto Dignità di Luigi Di Maio. E probabilmente bisognerà attendere ancora.
“Nella versione del Recovery di sabato scorso, nella parte delle riforme di accompagnamento al piano, c’era scritto chiaro che si prevedeva l’introduzione del salario minimo legale – dice a Repubblica Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana -. Nella versione dataci in Parlamento, nell’ultima modifica, come per magia sparisce”.
La partita si sta giocando in maniera intrecciata nelle aule parlamentari italiane e in quelle del Parlamento europeo, dove il 22 aprile è stata depositata una bozza di direttiva sul salario minimo legale elaborata dalla Commissione europea.
La legge sul salario minimo è in discussione a Palazzo Madama dal 2019. L’idea di fondo è di fissare un tetto minimo di 9 euro come salario minimo per i lavoratori. Ma sulla cifra esatta si dibatte tra chi sostiene di agganciarla al reddito medio e chi al reddito mediano.
A essere interessati alla misura sono in 4,3 milioni, corrispondenti al 28,9% dei rapporti di lavoro nel complesso (dati 2017).