L’Italia nel 2021 ha registrato un tasso dell’11,8% di persone disponibili a lavorare ma non alla ricerca, a fronte del 4,1% nell’Eurozona e del 3,7% nell’Ue. È quanto emerge dai dati Eurostat.
La domanda insoddisfatta di occupazione – che comprende disoccupati, sottoccupati a tempo parziale (part-time che vorrebbero lavorare di più) e persone disponibili a lavorare che non sono alla ricerca – si è attestata al 14% nell’Ue (in termini assoluti, 31,2 milioni di persone tra i 15 e i 74 anni). In questo caso l’Italia è al secondo posto, con una quota del 22,8% alle spalle della Spagna (24,1%) e seguita a stretto giro dalla Grecia.
In riferimento alle singole componenti, nel 2021 la disoccupazione era al 7,3% nell’Eurozona, al 6,7% nell’Ue all’8,5% in Italia, al 14,1% in Spagna e al 3,5% in Germania. Rispetto a quelli disponibili a lavorare ma non alla ricerca, come detto, l’Italia è in testa con l’11%, l’Eurozona figura al 4,1%, l’Ue al 3,7%, la Spagna al 4,1% e la Germania al 2,2%. Il dato di chi ha contratti part time ma vorrebbe un lavoro a tempo pieno vede l’Italia al 3%, l’Eurozona al 3,3%, l’Ue al 2,8%, la Spagna al 5,1% e la Germania all’1,4%. Infine, chi vorrebbe lavorare ma non è immediatamente disponibile è allo 0,3% in Italia, al 0,9% nell’Eurozona, e allo 0,8% nell’Ue, in Germania e Spagna.