Contrariamente ad una diffusa opinione, i cittadini dell'Europa dell’est non si trasferiscono in Germania per beneficiare dei sussidi sociali, ma sono attratti da un meccanismo perverso previsto per i livelli retributivi bassi.
Una legge sul lavoro tedesca consente a chi guadagna meno del salario minimo di integrare il proprio reddito con le erogazioni previste dall’assistenza sociale.
Questa analisi trova una conferma nell’evidenza empirica. Le statistiche provenienti dall'Agenzia di collocamento tedesca mostrano che il numero di disoccupati di lungo periodo fruitori di sussidi è sceso da 5,28 milioni a 4,41 negli ultimi dieci anni.
In altre parole, non è l’idea di vivere come disoccupati ad attirare in Germania gli europei dell’est. Ad esempio, la Danimarca è un paese con un generoso sistema di assistenza sociale, ma le retribuzioni minime non sono basse.
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Premesso che sarebbe preferibile per qualunque Paese poter contare su livelli salariali di livello medio-alto, il meccanismo definito "perverso" serve in realtà ad escludere un altro comportamento ancora più perverso. Ovvero, quello di rinunciare al lavoro pur di ricevere i benefici dell'assistenza sociale. Delle due l'una. O più disoccupati, o più lavoratori. Se si sceglie l'opzione B, diviene allora necessario un incentivo. Ecco spiegata la motivazione della normativa tedesca.