La promessa del cancelliere Olaf Scholz di elevare il salario minimo tedesco è stata approvata dall’esecutivo di Berlino: la novità scatterà dal 1° ottobre. Ora la ratifica spetta al Parlamento, dove la misura non dovrebbe esser in discussione. L’aumento dall’attuale livello di 9,82 euro era uno dei pilastri del programma elettorale dei socialdemocratici, concordato con Verdi e Liberali.
La Germania adotta il salario minimo legale dal 2015, quando proprio i socialdemocratici che appoggiavano il governo di Angela Merkel avanzarono la proposta, poi approvata. Si partì con 8,5 euro l’ora: un livello che viene periodicamente rivisto da una Commissione alla quale prendono parte datori di lavoro e sindacati. Era già previsto infatti un incremento a 10,45 euro dal prossimo luglio.
La stima del governo è che attualmente oltre sei milioni di lavoratori vengono pagati meno della nuova soglia (12 euro) nella prima economia europea. La mossa del governo tedesco si lega inoltre allo spettro inflattivo che aleggia anche sulla Germania (4,9% a gennaio).
La questione riecheggia anche in Italia, dove il salario minimo legale non è previsto (al pari di un gruppetto di paesi dell’Ue). Ma c’è un disegno di legge pronto. Va soltanto approvato: il problema è proprio questo. Eppure sarebbe un modo per mettere il più possibile al riparo i lavoratori dal dumping contrattuale e sociale che caratterizza il nostro Paese, dove c’è anche chi guadagna (per contratto) 3 o 4 euro l’ora.