Il Parlamento tedesco ha approvato l’aumento del salario orario minimo a 12 euro lordi a partire dal primo ottobre, una misura su cui aveva puntava il cancelliere Olaf Scholz. Si tratta di una scelta presa in una fase certamente non facile anche per la prima economia europea e nonostante l’inflazione in Germania sia salita sensibilmente. La decisione porterà a un miglioramento della retribuzione per quasi 6,2 milioni di dipendenti su una popolazione attiva di 45,2 mln di persone. Ad esempio, un lavoratore con una retribuzione di 1.700 euro vedrà aumentare la propria busta paga di circa 400 euro.
Il salario minimo orario tedesco, il cui incremento era uno dei punti fermi dell’intesa di coalizione fra Verdi, Liberali e Socialdemocratici stretto a dicembre e che ha portato al cancellierato di Scholz, sarà aumentato in due fasi, da 9,82 a 10,45 euro a partire dal primo di luglio e poi a 12 euro da ottobre, aumentando il potere d’acquisto complessivo di 4,8 miliardi di euro secondo la Confederazione sindacale tedesca. L’efficacia della misura è estesa anche ai lavoratori stagionali e a quelli immigrati.
Ad oggi, ovvero senza calcolare gli aumenti appena decisi, il salario minimo in Germania equivale in termini assoluti a una retribuzione minima pari a 1.621 euro, il che posiziona Berlino in quinta posizione in ambito Ue, dopo Lussemburgo, Irlanda, Paesi Bassi, e Belgio. Danimarca, Italia, Austria, Cipro, Finlandia, e Svezia sono invece gli unici paesi membri a non prevedere un salario minimo legale.