C’è un’idea dietro a un grande esperimento avviato lunedì 6 giugno in Gran Bretagna: ‘lavorare meno, per lavorare tutti’ è stato sostituito con ‘lavorare meno ma per lavorare meglio’. Migliaia di dipendenti di 70 imprese di diverse dimensioni e in settori diversi lavoreranno quattro giorni a settimana, pur mantenendo lo stesso stipendio, per verificare l’effetto sulla produttività.
Il progetto pilota, organizzato dal thinktank Autonomy e dalla Ong 4 Day Week Global, andrà avanti per sei mesi e sarà monitorato dagli esperti delle Università di Oxford e Cambridge e dal Boston College negli Stati Uniti. In cambio del 100% dello stipendio, i 3.300 lavoratori coinvolti si impegnano a mantenere il 100% di produttività pur lavorando l’80% delle ore previste.
L’aspettativa è che lavorare meno giorni possa risultare in un triplo dividendo, portando benefici ai lavoratori che avrebbero più entusiasmo e più energia, alle imprese che avrebbero una forza lavoro più produttiva e che ridurrebbero parzialmente i costi, e anche all’ambiente, riducendo il pendolarismo.
L’ispirazione era venuta da un primo esperimento condotto nel 2015 e 2016 nella capitale islandese Reykjavik, il cui esito è stato un “successo travolgente”, secondo gli organizzatori, che avevano riscontrato una riduzione dei livelli di stress dei lavoratori senza alcun impatto negativo sulla produttività. Da allora l’86% dei lavoratori islandesi ha optato per la settimana corta.
Esperimenti simili verranno condotti entro l’anno in Spagna, Irlanda, Usa, Australia e Nuova Zelanda, con il sostegno dei rispettivi esecutivi.