Il Regno Unito ha tanti problemi in questo momento: inflazione galoppante, recessione molto probabilmente in arrivo, disoccupazione bassa (3,8%) ma anche circa 1,5 milioni di posti di lavoro vacanti, sterlina a picco, e un controverso taglio ultra-liberista delle tasse ai ricchi deciso dalla neopremier Liz Truss.
In un contesto così complesso emerge una notizia che potrebbe modificare strutturalmente il mercato del lavoro britannico. Lo scorso giugno settanta aziende avevano aderito al progetto pilota semestrale che dà un giorno in più di riposo settimanale ai dipendenti. Si tratta del più grande esperimento mai realizzato al mondo sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.
L’idea che c’è dietro è la sostituzione dello slogan ‘lavorare meno, per lavorare tutti’ con ‘lavorare meno, per lavorare meglio’. L’obiettivo del progetto, organizzato dal thinktank Autonomy e dalla Ong 4 Day Week Global, prevede in particolare che in cambio del 100% dello stipendio, i 3.300 lavoratori coinvolti si impegnino per sei mesi a mantenere il 100% di produttività pur lavorando l’80% delle ore previste.
L’ispirazione era venuta da un primo esperimento condotto nel 2015 e 2016 nella capitale islandese Reykjavik, il cui esito è stato un “successo travolgente”, secondo gli organizzatori, che avevano riscontrato una riduzione dei livelli di stress dei lavoratori senza alcun impatto negativo sulla produttività. Da allora l’86% dei lavoratori islandesi ha optato per la settimana corta.
Tornando all’esperienza britannica, l’aspettativa è che lavorare meno giorni possa risultare in un triplo dividendo, portando benefici ai lavoratori che avrebbero più entusiasmo e più energia, alle imprese che avrebbero una forza lavoro più produttiva e che ridurrebbero parzialmente i costi, e anche all’ambiente, riducendo il pendolarismo.
Ora, le prime evidenze empiriche, a circa quattro mesi dall’avvio (l’esperimento di concluderà nei primi giorni di dicembre) dimostrano che è effettivamente così. Tanto che la maggior parte delle imprese coinvolte nel Regno Unito si dichiara soddisfatta della settimana lavorativa di quattro giorni. La produttività, così come la competitività delle imprese, non è scesa e in alcuni casi (esattamente sei aziende) è persino aumentata.