La Gran Bretagna fa i conti con la settimana lavorativa corta, quella di quattro giorni di lavoro, introdotta lo scorso giugno da 70 aziende inglesi, e che al momento sembra riscuotere un grande successo, come emerge da un’intervista del Financial Times ad alcune delle imprese coinvolte.
I ricercatori dell’Università di Cambridge, di quella di Oxford, e del Boston College misureranno l’impatto di una settimana più breve sulla produttività e sul benessere in uno studio che sarà pubblicato a febbraio in quello che è il più grande esperimento mai realizzato al mondo sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.
L’idea che c’è dietro è la sostituzione dello slogan ‘lavorare meno, per lavorare tutti’ con ‘lavorare meno, per lavorare meglio’. L’obiettivo del progetto, organizzato dal thinktank Autonomy e dalla Ong 4 Day Week Global, prevede in particolare che in cambio del 100% dello stipendio, i 3.300 lavoratori coinvolti si impegnino a mantenere il 100% di produttività pur lavorando l’80% delle ore previste.
L’ispirazione è venuta da un primo esperimento condotto nel 2015 e 2016 nella capitale islandese Reykjavik, il cui esito è stato un “successo travolgente”, secondo gli organizzatori, che avevano riscontrato una riduzione dei livelli di stress dei lavoratori senza alcun impatto negativo sulla produttività. Da allora l’86% dei lavoratori islandesi ha optato per la settimana corta.
Tornando all’esperienza britannica, l’aspettativa è che lavorare meno giorni possa risultare in un triplo dividendo, portando benefici ai lavoratori che avrebbero più entusiasmo e più energia, alle imprese che avrebbero una forza lavoro più produttiva e che ridurrebbero parzialmente i costi, e anche all’ambiente, riducendo il pendolarismo.
Ora, le prime evidenze empiriche a pochi giorni dalla conclusione dei progetto semestrale dimostrano che è effettivamente così. Tanto che la maggior parte delle imprese coinvolte nel Regno Unito si dichiara soddisfatta della settimana lavorativa di quattro giorni. La produttività, così come la competitività delle imprese, non è scesa e in alcuni casi è persino aumentata.
Dalla finanza ai ristoranti di Fish&Chips, soddisfatti imprenditori e lavoratori. Un esempio che comincia a dilagare in tutto il mondo, ma è minacciato dall’inflazione e dalla recessione.