L’inflazione galoppa nel Paese del Sol Levante - a novembre ha raggiunto il 3,7%, il livello più alto registrato in Giappone dal 1981 - e allora Uniqlo, il gigante nipponico dell’abbigliamento, decide di alzare la retribuzione annuale dei propri dipendenti. Fino al40% in più a partire da marzo.
In seguito alla revisione, la retribuzione mensile iniziale dei laureati aumenterà da 255.000 yen (pari a 1.800 euro) a 300.000 yen, mentre gli stipendi dei nuovi store manager passeranno da 290.000 yen (ossia 2.000 euro) a 390.000 yen. Per gli altri dipendenti, l’azienda prevede di aumentare gli stipendi annuali fino al 40%.
La mossa di Uniqlo verrà seguita anche da altre imprese localizzate nella terza economia al mondo. Molte hanno iniziato ad aumentare i salari dei dipendenti negli ultimi mesi dell’anno appena concluso con incrementi medi comunque inferiori al 10%.Si tratta in ogni caso di rialzi significativi che fanno seguito agli appelli del premier Fumio Kishida alle imprese giapponesi affinché aumentino i salari, rimasti stagnanti per decenni, in un contesto in cui le aziende faticano a trasferire i costi più elevati ai consumatori.
L’inflazione di fondo del Giappone, che non include i prezzi volatili degli alimenti freschi, è intanto aumentata del 3,7% a novembre, il ritmo più veloce in quasi 41 anni, inducendo la Confederazione dei sindacati giapponesi a chiedere un ‘ritocco’ dei salari del 5% su base annua quest’anno, ovvero l’aumento più alto dal 1995.