In tema di energia nucleare, c'è sempre più il rischio di passare da una informazione pregiudizialmente contraria a una iperottimistica, dove tutto è fattibile. Ad esempio di quarta generazione ce n'è in attività solo uno in Cina. In merito agli small modular reactors esistono una ottantina di progetti diversi e alcuni prototipi sono in fase di costruzione. Passando ai microreattori, il primo prototipo è in costruzione e dovrebbe essere acceso nel 2028.
Ma dal lago di Como giungono versioni particolarmente ottimistiche. Il nucleare di ultima generazione può abilitare al 2050 un mercato potenziale fino a 46 miliardi di euro, con un valore aggiunto attivabile pari a 14,8 miliardi di euro. È quanto emerge da uno studio realizzato da Edison, Ansaldo Nucleare e Teha Group e illustrato nell'ambito della cinquantesima edizione del Forum 'Lo Scenario di oggi e di domani per le strategie competitive' di Teha a Cernobbio.
Considerando anche i benefici indiretti e indotti derivanti dallo sviluppo del nuovo nucleare in Italia, investire nel nuovo nucleare può abilitare dal 2030-35 al 2050 un potenziale impatto economico complessivo per il sistema-Paese di 50,3 miliardi di euro (pari a circa il 2,5% del Pil italiano del 2023) e generare 117.000 nuovi posti di lavoro.
Per l’Italia si riapre una nuova “riflessione sul ruolo benefico che le nuove tecnologie nucleari disponibili o in via di sviluppo possono giocare nel mix energetico italiano, integrando le energie rinnovabili”, evidenzia Daniela Gentile, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare.
Le parole chiave sono “in via di sviluppo”. Il che ci riporta al primo capoverso di questo articolo. Il punto è che la vera rivoluzione sarebbe la fusione nucleare (che è ancora in fase di studio e sperimentazione), mentre tutti i progetti citati in questi articolo si riferiscono ancora alla fissione nucleare.