Teheran sta continuando ad arricchire uranio da utilizzare nei suoi impianti nucleari al di là dei limiti che erano stati fissati nel ‘Jcpoa’ del 2015: almeno 12 volte la quantità consentita. Il Joint Common Plan Of Action è l’accordo internazionale siglato Iran, Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Cina, Francia e Germania. Intesa abbandonata da Washington nel 2018.
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica delle Nazioni Unite ha confermato quello che gli iraniani hanno annunciato pubblicamente, ovvero che non avrebbero più rispettato i limiti imposti dall’accordo visto che gli Usa lo avevano abbandonato. Al 2 novembre, l’Iran ha accumulato 2.442,9 chilogrammi di uranio arricchito rispetto ai 2.105,4 chili che erano stati registrati il 25 agosto.
Il ‘Jcpoa’ del 2015 prevedeva che l’Iran si dovesse fermare al tetto di 202,8 chilogrammi, e soprattutto che le centrifughe iraniane dovessero arricchire l’uranio a un livello del 3,67%, mentre attualmente il materiale raggiunge una purezza del 4,5%.
Il segnale che l’Iran intende dare alla comunità è chiaro: la Repubblica islamica vuole evidenziare che non intende rispettare un accordo abbandonato dagli Usa, che parallelamente hanno iniziato ad imporre nuove sanzioni economiche a Teheran.