La crescita della domanda mondiale di petrolio rallenterà quasi fino a fermarsi nei prossimi anni, visto il cambiamento in atto verso tecnologie energetiche più pulite. A metterlo nero su bianco è l’ultimo rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia.
Sulla base delle attuali politiche governative e tendenze del mercato, la domanda globale di petrolio aumenterà del 6 per cento tra il 2022 e il 2028 fino a raggiungere la quota di 105,7 milioni di barili al giorno (mb/g).
Ma, nonostante questo aumento cumulativo, le stime indicano che la crescita della domanda annua diminuirà da 2,4 mb/g (2023) a soli 0,4 mb/g nel 2028.
In particolare, l’uso del petrolio per i carburanti da trasporto è destinato a diminuire dopo il 2026 con l’espansione di veicoli elettrici e la simultanea crescita dei biocarburanti.
“Il passaggio a un’economia basata sull’energia pulita sta accelerando, con un picco della domanda globale di petrolio in vista prima della fine di questo decennio”, ha spiegato il direttore esecutivo dell’Aie Fatih Birol.
Che ha poi lanciato un avvertimento ai produttori di petrolio: “Devono prestare molta attenzione al cambiamento e calibrare le proprie decisioni di investimento per garantire una transizione ordinata”, ha ammonito.
Resta un dubbio: il prezzo del petrolio tenderà ad aumentare o a scendere? La riduzione della domanda spinge verso la riduzione del prezzo. Gioca un ruolo anche l’inevitabile diminuzione degli investimenti da parte delle imprese produttrici, che tende anch’essa a comprimere il prezzo.
