
L’intelligenza artificiale, e i data center di cui hanno bisogno le aziende che sviluppano soluzioni basate su questa tecnologia, è destinata anche a cambiare l’ecosistema energetico.
Lo si vede dai movimenti dei colossi energetici e tecnologici verso i cosiddetti “small nuclear reactor”, i mini reattori nucleari modulari di nuova generazione, e di quelli fossili come Chevron verso il gas naturale.
Un nuovo rapporto dell’organizzazione no-profit Beyond Fossil Fuels stima ora che in Europa la domanda di elettricità da parte di questi hub informatici potrebbe aumentare fino al 160% entro il 2030, raggiungendo i 287 TWh all’anno, più dell’intero consumo di elettricità della Spagna nel 2022. Come avere, in sostanza, un nuovo membro Ue interconnesso alle reti continentali.
A questo si aggiunge naturalmente l’allarme per l’impatto ambientale: se i combustibili fossili venissero utilizzati per soddisfare questa prorompente domanda energetica, le emissioni annuali dei nuovi data center dell’UE potrebbero crescere da 5 milioni di tonnellate di CO2 equivalente nel 2025 a circa 39 milioni nel 2030, spiega il documento, superando le emissioni totali di Lituania ed Estonia nel 2022.
Complessivamente, i nuovi data center potrebbero emettere un totale di 121 milioni di tonnellate di CO2 equivalente nel giro dei prossimi sei anni. Questo equivale alla metà delle riduzioni delle emissioni di CO2 equivalente previste dalla Germania per il 2030 in tutti i settori industriali.