Nonostante i significativi progressi compiuti negli ultimi 15 anni, l'accesso all'acqua potabile è un obiettivo irraggiungibile per gran parte della popolazione del mondo. Nel 2015 tre persone su dieci (2,1 miliardi) ne erano escluse e 4,5 miliardi, pari a sei su dieci, non avevano servizi igienici sicuri. A rilevarlo è l'ultimo rapporto Unesco sullo sviluppo idrico globale.
Nel 2017 conflitti e persecuzioni hanno costretto 68,5 milioni di persone a fuggire dalle loro case, mentre 25,3 milioni in media all'anno sono costretti a migrare a causa di disastri naturali, il doppio rispetto ai primi anni Settanta. E non è tutto qui.
Entro il 2050, il 45% del prodotto interno lordo globale e il 40% della produzione globale di cereali saranno minacciati dal danno ambientale e dalla mancanza di risorse idriche, spiega il rapporto dell’agenzia Onu.
Si consideri, inoltre, che più di due terzi della superficie terrestre è coperta d'acqua, ma solo una piccola quota - circa il 3% - è acqua dolce. E con la crescita della popolazione mondiale, sale la pressione sull'approvvigionamento idrico. Fino ad arrivare al paradosso che chi vive nelle aree più povere del mondo si ritrova ad acquistare acqua trasportata dai camion ad un prezzo da 10 a 20 volte superiore rispetto a chi è benestante.