“Con il Porto di Beirut devastato, gran parte dell’export italiano derivato dalla raffinazione con destinazione Libano sarà compromesso con forti perdite”. A lanciare l’allarme è il presidente di FederPetroli Italia Michele Marsiglia.
“Diverse raffinerie italiane fanno partire petroliere con destinazione Beirut. Il Libano è un paese che ha sempre rappresentato un mercato proficuo per l’Oil & Gas italiano. Parliamo non solo di raffinazione ma siamo in gara per diversi asset nell’offshore a largo di Beirut. Con la chiusura del porto lo scalo di Tripoli più a nord non sarà una sostituzione ottimale per lo scarico e la logistica dei prodotti”.
E per accertare le cause dell’accaduto è una buona idea chiedere un’inchiesta internazionale? “Riteniamo che la verità la debbano trovare i libanesi e non paesi esterni – spiega Marsiglia -. Con l’intrusione di altri rischiamo di far diventare il Libano una seconda Libia con la Turchia che è già pronta a tendere la mano”.