Città del Capo è il nuovo simbolo della crisi idrica globale, nel 2014 in Brasile São Paulo e Rio de Janeiro erano nelle stesse condizioni: la siccità deriva da problemi nella gestione delle infrastrutture, che continuano a persistere.
Le crisi idriche si verificano quando le istituzioni non riescono ad apprezzare il valore dell’accesso all'acqua, che è essenziale per la vita e per le attività umane, tanto che le Nazioni Unite dichiarano la sua sicurezza come obiettivo strategico per raggiungere qualsiasi ulteriore tipo di sviluppo sostenibile: il valore non è dato alla molecola di H2O in sé, ma all'accesso affidabile e alla qualità della risorsa idrica.
Per garantire la sicurezza dell’acqua c’è chi investe in “infrastrutture grigie” come serbatoi, acquedotti e impianti di trattamento: ma l’esperienza dimostra che sono le infrastrutture naturali come foreste sane, ecosistemi fluviali e zone umide a offrire valore. La deforestazione e il consumo di suolo rappresentano minacce concrete: ogni città ha il suo capitale naturale da preservare.
Le opzioni più economiche per la sicurezza idrica sono rappresentate dagli investimenti in natura: migliori pratiche agricole possono fornire più cibo e maggiore reddito alle comunità rurali. Il ripristino delle foreste assorbe carbonio dall'atmosfera, la protezione delle sorgenti d’acqua diventa così veicolo di un valore molto più grande della risorsa idrica in sé.
L’attuale situazione di crisi idrica nella principale città del Sudafrica è dovuta a una serie di concause: per risolverla ci vorranno azioni sinergiche a diversi livelli (istituzionale, normativo, economico) e investimenti in infrastrutture naturali e ingegnerizzate. Città del Capo rappresenta un monito sulla vulnerabilità degli agglomerati urbani dal punto di vista idrico.