Ormai vicino all’obiettivo di produzione (300 mila barili al giorno di petrolio) indicato dall’esecutivo brasiliano, il gigante petrolifero Petrobras, di proprietà pubblica e al centro di numerosi episodi di corruzione, potrebbe essere privatizzato.
Il presidente Jair Bolsonaro apre a possibili investimenti da parte di società come le due spagnole Naturgy Energy Group SA e Repsol, la portoghese Galp, e la francese Engie.
Secondo il governo brasiliano, l’obiettivo è aumentare la concorrenza nel settore energetico consentendo al capitale privato di entrare nelle attività di esplorazione, estrazione e trasporto di petrolio e gas naturale.
L’idea di Bolsonaro è far partecipare al processo di privatizzazione anche i fondi di investimento e previdenziali. In questo modo pensa di poter compensare l’ondata di impopolarità che ha investito il presidente in seguito a una profonda riforma del sistema pensionistico appena approvata dal Parlamento e che dovrebbe entrare in vigore a settembre.