Mentre Bruxelles fatica a quadrare il cerchio e a mettere d’accordo i 27 Paesi sull’embargo del petrolio russo, su un altro fronte caldo sembrano esserci meno dubbi. Se infatti gli europei passeranno un altro inverno senza patire il freddo, dovranno principalmente ringraziare ancora una volta il gas naturale in arrivo dalla ‘famigerata’ Russia.
È l’ennesima riprova, laddove ce ne fosse ancora bisogno, che l’Ue non può fare a meno delle forniture di Gazprom, il colosso energetico controllato dal Cremlino, che copre oltre il 44% del suo fabbisogno complessivo. Da cui l’impossibilità a soddisfare in tempi brevi la richiesta di embargo, sollecitata di fatto tutti i giorni dal governo di Kiev.
Tra i principali importatori via gasdotti che allacciano il paese più esteso al mondo al Vecchio continente, in ambito europeo ci sono Germania e Italia, seguiti dalla Francia. Se, invece, si prende in considerazione il Gnl (gas liquefatto) in testa alla classifica troviamo Paesi Bassi, Belgio e Francia.
Ma c’è anche un altro motivo, palesemente emerso in questi giorni, che sta inducendo l’Ue a spingere sull’acceleratore. Con l’inizio di maggio, gli acquisti comunitari di gas russo sono saliti di un terzo per sfruttare prezzi più convenienti e rifornire così gli stoccaggi strategici. Ecco perché l’Ue sta comprando più oro blu dalla Russia: riempire i depositi per l’inverno che verrà. Torna in mente il detto ‘chi disprezza, compra’.