L’embargo al petrolio russo è uno tsunami

Il bando alle importazioni e le misure accessorie (tra cui il price cap, fissato a 60 dollari al barile) avranno ripercussioni sui prezzi del petrolio

L’embargo al petrolio russo è uno tsunami

Alla fine Varsavia ha dato il via libera. Il governo polacco ha annunciato venerdì 2 dicembre il suo benestare a una nuova sanzione contro il Cremlino: un tetto al prezzo del petrolio russo trasportato via mare e stabilito a 60 dollari al barile, così come negoziato dai Ventisette. La Polonia e altri Stati dell’Est Europa avrebbero voluto un tetto intorno ai 30 dollari. Altri Paesi, tra i quali Grecia e Cipro, hanno insistito per un tetto più elevato, per evitare di penalizzare i propri armatori, grandi trasportatori di greggio russo. La proposta della Commissione europea, pari a 65-70 dollari il barile, è stata poi ridotta come detto a 60 dollari. Misura in vigore dal 4 dicembre.

Il tetto verrà rivisto ogni due mesi e dovrà comunque essere del 5% inferiore al prezzo di mercato. Nei fatti, il meccanismo vieterà alle società assicuratrici e armatrici europee di trasportare petrolio russo se questo è stato pagato oltre i 60 dollari il barile. Il tentativo è di penalizzare le esportazioni russe, senza mettere a repentaglio l’offerta di greggio a livello internazionale. Ci sarà comunque un periodo transitorio di 45 giorni per le navi che trasportano greggio russo caricato prima del 5 dicembre e scaricato alla destinazione finale entro il 19 gennaio 2023

I Ventisette hanno adottato sanzioni contro il petrolio russo lo scorso mese di maggio. Queste prevedono a partire dal 5 dicembre l’embargo al petrolio russo proveniente via mare, con una deroga temporanea per il greggio proveniente via oleodotto. Nonostante la deroga, uno tsunami sta per abbattersi sui mercati petroliferi. Secondo il centro-studi Notre Europe, dallo scoppio della guerra in Ucraina, Mosca ha venduto petrolio all’Ue per un totale di 67 miliardi di euro e la Russia è responsabile del 10% della produzione globale di greggio: impossibile dunque che l’embargo europeo non lasci conseguenze, a prescindere dall’efficacia o meno del price cap.

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