Il gigante energetico tedesco RWE ha iniziato lo smantellamento di un parco eolico per far posto all’ulteriore espansione di una miniera di lignite a cielo aperto nella regione occidentale della Renania Settentrionale-Vestfalia.
Una turbina eolica è già stata smantellata, mentre altre sette saranno rimosse per estrarre ulteriori 15-20 milioni di tonnellate di cosiddetto carbone “marrone”, la fonte energetica più inquinante.
La RWE e il governo tedesco giustificano la mossa affermando che era necessaria per evitare una grave crisi energetica. È stato spiegato che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha messo a repentaglio la sicurezza energetica (anche) della Germania e che l’espansione dei cosiddetti giacimenti di carbone di Garzweiler è stata necessaria per soddisfare la domanda energetica della locomotiva d’Europa (con un’economia ora in difficoltà).
L’espansione del bacino carbonifero avviene nell’ambito di un accordo mediato lo scorso anno tra RWE e il governo tedesco. In cambio, RWE aveva promesso di eliminare completamente il carbone nel 2030, otto anni prima della scadenza precedente.
Resta il fatto che, in una fase in cui l’emergenza climatica richiede sforzi per accelerare l’implementazione di turbine eoliche, pannelli solari e pompa di calore, lo smantellamento delle fonti energetiche rinnovabili per estrarre più combustibili fossili non sembra una mossa coerente.