Le royalties sul cobalto nella Repubblica Democratica del Congo (RdC) passano dal 2% al 10%. Lo ha deciso il presidente della Repubblica democratica del Congo (RdC), Joseph Kabila, che ha promulgato il nuovo codice minerario.
Gli effetti saranno rilevanti, visto che la RdC copre i due terzi della domanda globale di cobalto e questo raro minerale è essenziale per le batterie di nuova generazione delle auto elettriche.
La reazione dei mercati è stata immediata. Poco prima della promulgazione, venerdì 9 marzo 2018, il prezzo del cobalto ha infranto un nuovo record in chiusura nel London Metal Exchange, a 84.000 dollari (68.132 euro) per tonnellata.
Le esportazioni di rame e cobalto insieme valgono circa 10 miliardi di dollari. Questo spiega la pressione esercitata dalle compagnie minerarie, tra le quali Glencore, Rangold e Ivanhoé, per ottenere invano una revisione al ribasso delle royalties. Ma la RdC non ha ceduto e ora, oltre alla tassa sul cobalto, altri giri di vite potrebbero essere proposti contro queste società che sfruttano la ricchezza del sottosuolo congolese e che sono state fino ad ora sottoposte al favorevole codice minerario del 2002: all’orizzonte come una tassa sui super-profitti.
La RdC è il secondo paese più grande in Africa con 2,3 milioni di km quadrati e circa 80 milioni di abitanti, ma con un budget di soli 5 miliardi di dollari per il 2018. Adesso la musica potrebbe cambiare in termini di maggiori entrate fiscali che dovrebbero essere destinate allo sviluppo economico e sociale del paese. Ma su questo punto non c'è molta trasparenza. Nel 2017 l’Ong britannica Global Witness aveva definito il settore minerario congolese una “cash machine” per il regime di Joseph Kabila.