Il gasdotto Nord Stream 2, che raddoppierà il flusso di gas russo in Germania attraverso il Mar Baltico, sarà concluso senza incorrere in sanzioni statunitensi. L’accordo, annunciato da Washington e Berlino in una nota congiunta, scongiura una crisi diplomatica tra i due paesi ma scatena la reazione dell’Ucraina, che viene di fatto aggirata dall’infrastruttura.
Nella nota Usa e Germania promettono di reagire con sanzioni se il Cremlino utilizzerà l’energia come arma di ricatto nei confronti dell’Ucraina e-o “commetterà ulteriori azioni aggressive”. La Germania si impegna inoltre a finanziare la transizione verde dell’Ucraina con un fondo da un miliardo di dollari e a trattare con Mosca un prolungamento oltre il 2024 del transito di (una quota minoritaria del) gas russo attraverso il territorio di Kiev, con l’obiettivo di un’estensione di dieci anni. Nonostante ciò, i ministri degli Esteri di Ucraina e Polonia, Dmytro Kuleba e Zbigniew Rau, hanno detto che “la decisione sul Nord Stream 2 crea ulteriori minacce politiche, militari ed energetiche per l’Ucraina e l’Europa centrale nel suo complesso”.
Costato oltre 9 miliardi di euro e ormai completato al 98%, il progetto era stato contrastato dagli Usa, che temono l’aumento della dipendenza energetica dell’Europa da Mosca, ma anche da alcuni Paesi europei (in particolare Polonia e Francia). Tuttavia il raddoppio di Nord Stream, il cui primo ramo è operativo dal 2011, è dirimente per il fabbisogno energetico della Germania che, dopo aver rinunciato all’energia nucleare, dovrà abbattere anche il ricorso al carbone per rispettare i limiti europei alle emissioni di gas serra.