Semaforo verde del Consiglio dei ministri al decreto legge asset-investimenti con le misure relative alle questioni taxi, al rincaro dei biglietti aerei e alla produzione di micro-chip. E, al contempo, arriva il via libera anche al decreto omnibus giustizia che contiene le nuove norme sugli incendi, l’8 per mille alle tossicodipendenze e la riorganizzazione del ministero della Cultura.
A sorpresa arriva anche il prelievo del 40 per cento sugli extraprofitti delle banche. La tassa scatterà se il margine di interesse registrato nel 2022 “eccede per almeno il 3 per cento” il valore dell’esercizio 2021. Percentuale che sale al 6 per cento confrontando il 2023 con il 2022.
La nuova tassa sugli extraprofitti delle banche non potrà comunque superare il 25 per cento del patrimonio netto alla data di chiusura dell’esercizio antecedente a quello in corso al primo gennaio 2023. L’imposta straordinaria, inoltre, non è deducibile ai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta regionale sulle attività produttive.
Secondo le prime stime, la nuova tassa potrebbe valere 3 miliardi di euro per quest’anno. Il punto è che se davvero il governo intende utilizzare quei fondi per allungare gli ammortamenti dei mutui a tasso variabile (come riportato da alcune testate), allora i soldi non uscirebbero dal circuito bancario. Quello che sembrava un fatto negativo per gli istituti di credito diventa, improvvisamente, positivo.
Allungando il numero delle rate, infatti, il guadagno delle banche cresce (visto che nel complesso la quota interessi aumenta) e, allo stesso tempo, si riduce il numero di chi non riesce più a sostenere il mutuo. Forse è anche per questi motivi che l’Abi, l’associazione dei banchieri, non ha ancora emesso (alle ore 12 dell’8 agosto) alcun comunicato stampa? I regali migliori, d’altronde, sono quelli che ti colgono di sorpresa, anche se occorre precisare che nelle intenzioni del governo solo una parte degli introiti provenienti dalla nuova tassa saranno destinati ai mutui immobiliari sulla prima casa.
In ogni caso non è stato un regalo per tutti, visto che alla Borsa di Milano l'8 agosto le banche italiane hanno ‘bruciato’ 9,5 miliardi di capitalizzazione. Una situazione così critica da aver indotto, poche ore dopo, il ministero dell’Economia a diffondere una nota in cui si evidenzia che “la misura, ai fini della salvaguardia della stabilità degli istituti bancari, prevede anche un tetto massimo per il contributo che non può superare lo 0,1 per cento del totale dell’attivo”. La nota, inoltre, spiega che “gli istituti bancari che hanno già adeguato i tassi sulla raccolta non avranno impatti significativi”.