Come è nata l’economia del leprecauno

C’è un paese europeo che vanta un ampio surplus commerciale con Washington, superato solo da Cina, Messico e Vietnam

Come è nata l’economia del leprecauno

Tra i bersagli preferiti di Donald Trump c’è l’Irlanda, accusata di essersi “impossessata delle case farmaceutiche statunitensi e di sottrarre le entrate fiscali che queste aziende avrebbero dovuto pagare a Washington”.

Il presidente Usa si riferisce al fatto che i bassi livelli d’imposizione fiscale dell’Irlanda hanno attirato nel paese varie multinazionali statunitensi, tra cui i colossi farmaceutici Pfizer, Boston Scientific e Eli Lilly.

Oggi queste aziende guidano le esportazioni irlandesi negli Stati Uniti (arrivate nel 2024 a 70 miliardi di dollari, il 34 per cento in più rispetto al 2023), pagando tasse a Dublino per farmaci consumati oltreoceano. L’anno scorso, invece, le importazioni dagli Stati Uniti valevano 22,5 mld.

Solo la Cina, il Messico e il Vietnam vantano surplus commerciali più ampi con Washington. Un risultato straordinario per un paese che ha 5,5 milioni di abitanti. Nel 2024 le esportazioni irlandesi di farmaci negli Stati Uniti sono cresciute del 42 per cento, attestandosi a 50 miliardi di dollari.

Alcuni esperti stimano che con un dazio del 25 per cento la produzione farmaceutica irlandese potrebbe contrarsi del 12 per cento. Ma resta il fatto che oggi le grandi aziende farmaceutiche statunitensi non pagano praticamente nessuna imposta negli Stati Uniti, anche se nel paese ricavano gran parte delle loro enormi entrate.

Eppure le aziende sono in perdita: nel 2023 Pfizer ha chiuso il suo bilancio negli Stati Uniti in rosso per 4,4 mld, AbbVie per 3,5 mld, Merck per 15,6 mld, Johnson & Johnson per 2 mld. Tra le grandi case farmaceutiche statunitensi solo la Eli Lilly ha registrato utili.
Come tutte le multinazionali, anche queste aziende sfruttano le norme (e le lacune) dei regimi fiscali per far comparire i loro utili in paesi dove le tasse sono nettamente più basse o addirittura nulle.

È nata così quella che il premio Nobel Paul Krugman ha definito l’economia del leprecauno (una sorta di gnomo tipico del folclore e della mitologia irlandesi), ovvero un’economia dai dati completamente distorti dalle norme fiscali: negli ultimi anni Dublino ha registrato un’impennata senza precedenti del Pil e delle entrate fiscali e surplus di bilancio record, a cui hanno contribuito per l’80 per cento le multinazionali.

Ciò detto, ecco cosa scrive il giornalista irlandese Fintan O’Toole sull’Irish Times: al netto delle colpe, dell’ipocrisia e della follia di Trump, bisogna riconoscere che “l’Irlanda trae profitto da un sistema profondamente ingiusto e immorale. Questa ingiustizia è tra le cause del risentimento e dell’alienazione che Trump sfrutta. Gli irlandesi non sono vittime del movimento ‘Make America great again’. Hanno contribuito alla sua nascita, dando allo statunitense medio una buona ragione per pensare che la globalizzazione lo penalizzi”.

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