Il segretario del Tesoro statunitense Steven Mnuchin mette in guardia l’Italia sulla web tax e avverte che il nostro Paese, insieme al Regno Unito, rischia di fronteggiare i dazi Usa se non dovesse retrocedere dalle proprie intenzioni.
L’avvertimento di Mnuchin arriva dopo che la Francia ha accettato di congelare sino alla fine dell’anno l’introduzione della “digital tax” di fronte alla minaccia di Washington di aumentare le tariffe sulle esportazioni francesi. La tregua, ha detto Mnuchin, può essere “l’inizio di una soluzione”.
Intervistato dal Wall Street Journal a margine dei lavori del Wef a Davos, Mnuchin ha definito la legge francese “un prelievo iniquo” sul fatturato lordo e ha auspicato che anche Roma e Londra si allineino allo stop. “Altrimenti - ha affermato - dovranno far fronte ai dazi del presidente Trump”.
La web tax in Italia è entrata in vigore a partire da gennaio con l’ultima legge di Bilancio e prevede un’imposta del 3% sui servizi digitali indirizzata alle aziende con ricavi ovunque realizzati di almeno 750 milioni di euro e ricavi derivanti da servizi non digitali pari almeno a 5,5 mln. Nelle intenzioni del governo la misura dovrebbe assicurare a regime 708 mln di gettito l’anno.