83 milionari (a livello globale) hanno firmato una lettera chiedendo ai governi di aumentare le tasse sui loro patrimoni. La crisi economica generata dal Covid – sostengono - durerà decenni e potrebbe spingere mezzo miliardo di persone in più nella povertà. E non bastano le donazioni caritatevoli: occorre un’azione più incisiva che tolga un po’ di soldi a chi ne ha tanti per consegnarli a chi ne ha troppo pochi.
“Mentre Covid-19 colpisce il mondo, i milionari come noi hanno un ruolo fondamentale nella guarigione del nostro mondo – scrivono nella lettera -. No, non siamo noi a prenderci cura dei malati nei reparti di terapia intensiva. Non stiamo guidando le ambulanze che porteranno i malati negli ospedali. Ma abbiamo soldi, molti. Soldi che ora sono disperatamente necessari e continueranno a essere necessari negli anni a venire, poiché il nostro mondo si riprende da questa crisi”.
Tra coloro che hanno aggiunto il loro nome alla lettera ci sono Stephen Tindall, il fondatore del Warehouse Group e il secondo uomo più ricco della Nuova Zelanda con una fortuna di $ 475 milioni; lo sceneggiatore e regista britannico Richard Curtis; e il venture capitalist irlandese John O’Farrell.
Il numero di persone super ricche continua intanto a crescere. Ci sono più di 500 mila persone – pari alle popolazioni di Islanda, Malta o Belize - nel mondo classificate come ultra-ricche con fortune superiori a 30 milioni di dollari. Jeff Bezos, la persona più ricca del mondo e il fondatore di Amazon, ha visto la sua fortuna crescere di 75 miliardi di dollari solo nel 2020, raggiungendo il record di 189 mld.
Ecco perché nel Regno Unito il leader laburista Keir Starmer si è esposto e detto favorevole all’introduzione di una tassa patrimoniale.
.jpg?box=317x238c)
