Gli Stati Uniti spianano la strada all’accordo globale sulla digital tax che la presidenza italiana del G20 punta a raggiungere entro la metà del 2021. La posizione assunta dalla nuova amministrazione di Joe Biden nel corso della prima riunione dei ministri delle Finanze e dei banchieri centrali del G20 sotto la guida dell’Italia, segna un punto di svolta nei negoziati in sede Ocse.
Gli Stati Uniti hanno ritirato l’opposizione all’idea di introdurre una regolamentazione sulla tassazione per i giganti del web come Google, Amazon e Facebook rinunciando alla clausola del ‘safe harbor’, il cosiddetto porto sicuro (degli Stati Uniti).
Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Janet Yellen ha spiegato che anche sul delicato tema della tassazione minima delle multinazionali si sono fatti passi avanti anche se non sarà un’impresa facile. “Molti Paesi si sono detti a favore di una soluzione globale ma il diavolo sta nei dettagli e passare da un accordo sulle linee guida a uno dettagliato con i tanti aspetti piccoli e grandi da definire non sarà una passeggiata, e la soluzione non facilissima”, ha osservato Franco.
L’apertura degli Stati Uniti sulla tassazione digitale è comunque stata accolta con ampio favore dal ministro delle finanze tedesco Olaf Scholz che ha descritto la mossa di Washington come un importante passo avanti che potrebbe aprire la strada a un’intesa più ampia. “Le nuove norme per una tassazione internazionale equa dovrebbero essere vincolanti per tutte le società”, ha dichiarato Scholz.