La manovra del Governo giallo-verde presenta alcune criticità che ne pregiudicano l’efficacia e non include una visione di lungo periodo. Tuttavia, le critiche che la legge di bilancio merita non dovrebbero distogliere l’attenzione dalla maggiore pericolosità insita in altri ingiustificati rilievi che le vengono rivolti. È l’analisi di Felice Roberto Pizzuti pubblicata da “Sbilanciamoci”.
O. Blanchard (ex capo economista dell’Fmi) e J. Zettelmeyer (ex direttore generale per le politiche economiche del ministero tedesco delle Finanze) ritengono che la crescita, auspicata dall’esecutivo e finanziata con un deficit al 2,4%, sarà compensata dall’aumento dei tassi d’interesse provocato dalla stessa manovra. Al contempo, i due “tecnici” riconoscono che le politiche del “rigore” attuate dal governo Monti nel 2012 e sostenute dall’Ue, invece degli ipotizzati effetti positivi sul Pil (la paradossale “austerità espansiva”), rallentarono la produzione in Italia di quasi il 2%. Blanchard e Zettelmeyer, infine, ammettono che “generalmente”, anche in un paese con elevato debito pubblico, le politiche fiscali espansive fanno aumentare la crescita e quelle restrittive la deprimono. Ciò nonostante, nel valutare la legge finanziaria, ripropongono la logica della “austerità espansiva”, sostenendo che oggi in Italia si verificherebbe il suo reciproco, cioè la “espansione fiscale restrittiva”.
Ma, secondo Pizzuti, è “l’incapacità di emanciparsi dal deleterio connubio tra fondamentalismo di mercato e idiosincrasie nazionali elevate a principi etici che ha partorito ossimori concettuali come l’austerità espansiva e l’espansione restrittiva”. Cio’ non significa che nella manovra del Governo non vi siano elementi di criticità. Tra questi: limitata capacità espansiva dei progetti che specificamente la compongono; ristretta visione di lungo periodo necessaria ad affrontare i problemi strutturali del nostro sistema economico; modalità provocatorie seguite nelle trattative con l’Ue che non contribuiscono al superamento delle sue regole controproducenti.
Se, tuttavia, si critica la legge di bilancio non per i limiti manifesti e si accetta di cavalcare la deleteria “austerità espansiva”, si favoriscono esiti ancora peggiori. Per Pizzuti, “si pregiudicano ulteriormente non solo gli equilibri economico-sociali in Italia e nell’Ue, ma anche le possibilità di riavviare su percorsi più condivisi e realizzabili la costruzione europea che è resa sempre più necessaria dall’evoluzione degli equilibri geopolitici mondiali successivi alla globalizzazione dei mercati”.