Arriva nella tarda serata di venerdì la lettera del Governo italiano in risposta ai rilievi di Bruxelles sul debito pubblico, dopo il giallo della bozza circolata nel pomeriggio e poi smentita dal Mef. Nel nuovo testo firmato dal ministro dell'Economia Giovanni Tria non c’è rifermento ai tagli al welfare nel 2020-2021 contenuti nel documento poi contraddetto, che aveva suscitato le critiche del vicepremier Luigi Di Maio e provocato l'intervento del premier Giuseppe Conte.
Il passaggio è sfumato e indica in modo più generico che "il governo sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche tributarie". Resta invece la parte che annuncia il progetto di introduzione della flat tax, che però "sarà attuato nel rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo".
Il disavanzo 2019, sottolinea Tria nella missiva, "sarà minore di quanto prospettato nelle ultime previsioni" perchè da un lato "l'andamento dell'economia e il gettito fiscale hanno finora superato le previsioni del Programma di stabilità".
Inoltre, "le entrate non tributarie sembrano superare le previsioni e l'utilizzo delle nuove politiche di welfare è finora inferiore alle stime sottostanti alla legge di bilancio per il 2019. Di conseguenza il disavanzo dovrebbe attestarsi significativamente al di sotto delle previsioni della commissione e le variazioni del saldo strutturale dovrebbe essere conforme al Patto di stabilità e crescita anche sulla base della stima di output gap della Commissione".
Scrive ancora Tria: "Concordiamo circa la necessità di conseguire un avanzo primario di bilancio più elevato, per riportare il rapporto debito pil su un percorso chiaramente discendente".