Guadagnare tempo. È questo adesso l’obiettivo dell’Italia, che tratta con la Commissione europea per ottenere un rinvio al via libera alla procedura d’infrazione. A questo punto tutto potrebbe slittare dal 9 luglio a ottobre.
In effetti, l’Europa ha un problema più grande ora da risolvere: uscire dall’empasse politica. Non si riesce a trovare la quadra per le nomine ai vertici delle istituzioni europee. Dunque, la decisione finale di Bruxelles potrebbe giungere dopo la nota di aggiornamento al Def, prevista per metà settembre, e la bozza della legge di Bilancio, da presentare entro la fine dello stesso mese.
Bruxelles sembra disponibile, a patto però che l’Italia non si limiti a correggere i conti del 2018-2019, ma assuma anche impegni chiari e stringenti su quelli del 2020, quando il deficit potrebbe schizzare al 3,5% del Pil e il debito abbattere il muro del 135%. Accettare queste condizioni vorrebbe dire per il nostro paese porre un’ipoteca sulla manovra di bilancio, già gravata da clausole Iva che richiederanno 23 miliardi per essere sterilizzate. Tradotto: non c’è spazio per la flat tax.