“Nessun vantaggio selettivo in favore di una filiale lussemburghese del gruppo Amazon”. Lo afferma la Corte di giustizia europea, annullando la decisione della Commissione dell’Ue secondo cui l’aiuto fiscale concesso alla multinazionale statunitense è incompatibile con il mercato interno. Secondo il Tribunale, la Commissione non ha dimostrato in modo giuridicamente adeguato che vi sia stata un’indebita riduzione dell’onere fiscale di una filiale europea del gruppo Amazon.
Eppure i numeri parlano chiaro. Come riportato da Neocene, a giudicare dall’ultima dichiarazione fiscale di Amazon l’ammontare delle tasse pagate dal colosso di Seattle in Europa è pari a zero. Questo nonostante i 44 miliardi di euro di ricavi ottenuti nel 2020, 12 mld in più rispetto all’anno precedente. E non solo: l’azienda ha dichiarato perdite per 1,2 mld, maturando quindi un credito d’imposta di 56 milioni che va ad aggiungersi a quelli già accumulati. Grazie a questo meccanismo, Amazon dispone di ben 2,7 mld di crediti che potrebbe utilizzare qualora si vedesse mai obbligata a pagare qualche euro di tassa in Europa.
“Analizzeremo attentamente la sentenza della Corte Ue su Amazon e rifletteremo su possibili mosse successive - commenta la vicepresidente della Commissione Margrethe Vestager -. I vantaggi fiscali concessi soltanto a multinazionali selezionate danneggiano la concorrenza leale nell’Ue. La Commissione Ue sta utilizzando tutti gli strumenti a sua disposizione per combattere le pratiche fiscali sleali.”