I dati su età e profili di fragilità delle persone decedute con il Covid-19 indicano che i più colpiti sono gli anziani non autosufficienti. Per mesi, dunque, ci si è chiesti se la centralità nella tragedia avrebbe almeno sortito anche un effetto positivo: superare lo storico disinteresse della politica nazionale nei loro confronti.
Gli addetti ai lavori sono unanimi nel ritenere che le criticità dell’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia, sinora fondata su una governance fortemente decentrata, potrebbero essere aggredite solo da una riforma nazionale.
“Lo stato dovrebbe svolgere due compiti essenziali – spiega Cristiano Gori -. Primo, finanziare il necessario ampliamento dei servizi pubblici (domiciliari, semi-residenziali e residenziali) attraverso un’incisiva azione a sostegno di regioni e comuni, che ne detengono la titolarità ma che – da soli – non dispongono delle risorse occorrenti. Secondo, dovrebbe definire alcune nuove regole concernenti gli obiettivi e le modalità di funzionamento del sistema, per migliorare la qualità e l’appropriatezza delle risposte. Questi sono stati, in effetti, gli assi portanti delle riforme introdotte in numerosi paesi dell’Europa centro-meridionale.”
Nella scorsa primavera, il governo sembrava aver compiuto un primo passo nella direzione auspicata, cominciando dai servizi a domicilio. Il decreto Rilancio di maggio ha così introdotto un nuovo finanziamento di 734 milioni destinati all’assistenza domiciliare integrata, il più diffuso servizio pubblico erogato a casa degli anziani.
“Durante l’autunno, gli anziani hanno continuato a essere le principali vittime della pandemia, ma l’interesse dei media e dell’opinione pubblica nei loro confronti è diminuito – aggiunge Gori -. E la politica è tornata al tradizionale atteggiamento di scarsa considerazione per il tema. Di conseguenza, quel fondo 2020 che solo pochi mesi prima sembrava un primo passo verso un promettente percorso riformatore promosso dal livello statale è rimasto un finanziamento una tantum senza futuro.”
Viviamo in un paese dove la non autosufficienza è, e sarà, un fenomeno sempre più rilevante e i servizi pubblici dedicati sono carenti. “Ciononostante, l’aspettativa che il pesante tributo pagato dagli anziani non autosufficienti alla pandemia aiutasse a superare la storica disattenzione riservata loro dalla politica nazionale è durata solo pochi mesi – conclude in modo amaro Gori -. L’avvio dell’indispensabile stagione riformatrice è, dunque, rinviato.”